Con Federico Truzzi: intervista all'artista di "I sent you a Letter"

21.07.2021

Compositore affermato, produttore e tecnico del suono Federico decide di pubblicare il suo primo full lenght da solista nel 2018 "The Great Grey Ocean", insieme all'etichetta Kning Disk. Oggi è pronto per presentare il suo secondo lavoro "Forgotten Memories", dove prova a rivivere alcune esperienze della sua vita attraverso melodie e armonie melanconiche disegnate attraverso la chitarra classica e acustica, il pianoforte e il quartetto d'archi. "Forgotten Memories" è pubblicato dall'etichetta discografica italiana "Blue Spiral Records". Oltre a pubblicare la propria musica e suonare nella band metal "Sleeping Romance", Federico Truzzi divide la sua vita tra Berlino e la sua città natale Carpi (MO) in Italia, dove lavora come compositore musicale per film, pubblicità, documentari e videogiochi Ha studiato musica alla Berklee College of Music, al Pulse College, all'Università Tor Vergata e all'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e questo percorso ha reso Federico il musicista che è oggi. Da poco è uscito il suo nuovo lavoro "I sent you a letter", pubblicato con l'etichetta Blue Spiral Records, in questa intervista ce ne parla, insieme a tante altre cose.

Ciao Federico, quali sono state finora le maggiori sfide della tua carriera?

Innanzitutto grazie mille per lo spazio concesso. Credo che la più grande sfida sia la capacità di sapersi rinnovare e cercare di non ripetersi. L'arte, come la vita, non è statica ed è in constate evoluzione. Ed è nostro compito essere parte di questa evoluzione e cambiamento. Credo che la vera sfida sia quella di avere il coraggio di ripartire sempre.

Di quali performances / registrazioni sei più orgoglioso?

In genere sono orgoglioso di tutti i lavori che ho fatto, ma non mi piace vivere troppo sul passato e su ciò che è già stato detto. Preferisco guardare avanti e vedere cosa c'è dopo.

Quando componi e produci brani, fai musica per te stesso o la fai pensando agli altri?

E' sempre un equilibrio tra quello che vorrei dire e quello che viene percepito e letto. Se dovessi scrivere qualcosa che non è capita nel suo concetto, forma o espressione credo che sia anche colpa mia. Forse non ho scelto le parole giuste e forse non le ho messe nel modo corretto. Tra il musicista, compositore e l'ascoltare è un dialogo e bisogna saper scegliere le parole giuste per farsi capire ed apprezzare.

Vuoi raccontarci come è nato il progetto "I sent you a Letter"?

I sent you a letter è nata come un gioco. Ho iniziato a battere un po' i tasti di una macchina da scrivere e dopo poco ho iniziato a seguire un ritmo piuttosto che quello che scrivevo. E da li sono partito. Poi ho pensato che sarebbe stato bello raccontare una storia attraverso la macchina da scrivere e creare questo dialogo tra due persone lontane nel tempo e nello spazio e che posso parlare tra loro sono tramite questo strumento. Ho voluto fare un brano che suonasse molto danceable ma allo stesso tempo che fosse organico e umano. Quindi tutti i sample anche per esempio di cassa e rullo, sono stati ottenuti da una registrazione di colpi sul pianoforte.

Quali influenze non musicali hanno influenzato maggiormente la tua musica?

Posso dire la danza in primis. Non sono un ballerino, assolutamente, però fin da subito ho lavorato con scuole di danza classica e contemporanea e questa forma d'espressione mi ha sicuramente cambiato il modo di vedere le cose. Inoltre lavoro molto come compositore per immagini e quindi anche il cinema ha influenzato la mia visione musicale e ha tracciato il mio modo di scrivere.

Qual è la tua filosofia musicale?

Personalmente credo che sia estremamente importante raccontare e dire qualcosa con la propria musica. Alla base di tutto c'è sempre un concetto che è il motore delle mie tracce. Credo che una melodia acquisti valore solamente quando ha un significato, quando è associata ad un'identità. Altrimenti resta una cosa effimera, fine a se stessa. Magari bella, ma priva di significato.

Se qualcuno non ha mai ascoltato la tua musica, quali parole chiave useresti personalmente per descrivere il tuo suono e il tuo stile?

Credo che sia meglio che siate voi a dare delle parole chiave sulla mia musica e sul mio stile :) Ad ogni modo potrei azzardare con Malinconico, Organico e Ricercato.

Potresti gentilmente anticiparci qualcosa sui tuoi prossimi progetti?

Ora sono molto concentrato sulla produzione del disco del mio gruppo metal (Sleeping Romance) dal momento che è fermo da diverso tempo e credo sia arrivato il momento di dargli luce. Come Federico Truzzi invece ho diversi brani nel cassetto che aspettano di essere presi, distrutti e rielaborati. Ho diverse idee, diverse storie da raccontare e voglio farlo al meglio.

- Domanda bonus: tre brani preferiti di tutti i tempi?

E' veramente molto difficile rispondere a questa domanda. I brani cambiano in base ai miei cambiamenti e ai periodi.

Ad ogni modo, per diversi motivi, potrei dire:

the Beatles - Across the Universe

Beethoven - Symphony No. 9 - Mov. 2.

John Cage - 4 33"