Rota e Wolf-Ferrari per vincitrici Concorso Svoboda 

18.11.2021

Sono Bianca Piacentini per le scene e Cristiana Attorrese per i costumi le due giovani vincitrici della prima edizione del "Concorso per scenografi e costumisti" dedicato allo scenografo Josef Svoboda e aperto a neo diplomati delle Accademie di Belle Arti di Macerata e Bologna. Il concorso è stato promosso e realizzato dalla Fondazione Pergolesi Spontini in collaborazione con le due Accademie, e ha visto partecipare giovani creativi emersi dal Bienno di Specializzazione in Scenografia. Le due ragazze hanno vinto una scrittura artistica nell'ambito della 54/a Stagione Lirica del Teatro Pergolesi di Jesi con la possibilità di realizzare il loro progetto per il dittico "La scuola di Guida" di Nino Rota e "Il segreto di Susanna" di Ermanno Wolf Ferrari in scena sabato 20 novembre alle 20:30 e domenica 21 novembre alle 16:00 (anteprima giovani giovedì 18 novembre alle 16:0). Nella nuova produzione jesina, Gabriele Bonolis dirige il Time Machine Ensemble, la regia è di Alessio Pizzech, light designer Nevio Cavina. Nel cast de "La scuola di guida" sono Solodkyy Vasyl e Angela Nisi, per "Il segreto di Susanna" cantano Salvatore Grigoli e Angela Nisi con il servo muto interpretato da Salvo Pappalardo. La prima edizione del Concorso dedicato a Svoboda ha invitato i neo diplomati in Scenografia a presentare progetti per il dittico dopo aver approfondito le scelte di fondo della messa in scena con il cast creativo, il regista Pizzech e Cristian Carrara direttore artistico della Fondazione. Le due giovani vincitrici hanno scelto colori tenui per la breve opera di Rota, e un'esplosione di pop art in technicolor per Wolf-Ferrari. "Il progetto - spiegano - nasce dall'idea di fondere i due titoli in un'unica opera. Abbiamo immaginato 'La scuola di guida' come fosse l'incubo di Gil, protagonista de 'Il segreto di Susanna': un uomo ossessionato dalla visione in sogno della moglie, che bacia uno sconosciuto in macchina. Ciò lo porterà a dubitare della fedeltà di Susanna e a credere che quest'ultima lo tradisca. Da qui l'idea di ispirarsi a dimensioni oniriche, tipiche del cinema di Fellini, dove sogno e realtà si intrecciano in modo complementare".