Santoianni: il videoclip del nuovo singolo “Stazione di Sosta”, supporto visivo per un brano esplosivo

13.02.2021

Il 12 febbraio è uscito il nuovo singolo di Santoianni Stazione di Sosta. Un brano intenso in cui il testo intenso e pungente descrive le contraddizioni del nostro tempo. Un pezzo che evoca quel senso di precarietà di chi vive quotidianamente in bilico, in cui il messaggio è amplificato da una produzione in cui si riconoscono sfumature che ricordano gli anni '80. Il brano è accompagnato da un videoclip diretto dal regista Luca Cantavenera"Ho scelto Luca Cantavenera per il clip del brano perché quello che credo sia necessario in un videoclip è prima di tutto la capacità di visione. Lui, oltre ad avere un talento esplosivo, è capace di leggere nelle mie canzoni e nella mia testa e di capire perfettamente il mondo di immagini, i colori, le sensazioni che mi hanno portato a scrivere la canzone. Nel caso specifico di Stazione di sosta ha capito che dietro a quel ritmo coinvolgente si nascondeva qualcosa di estremamente acido, una nevrosi da contemporaneità, quasi un trip Ha capito che mentre la scrivevo la mia testa metaforicamente era in fuga dalla frenesia della condivisione, dall'egocentrismo da schermo. Sono molto felice del risultato finale perché il supporto visivo ha dato qualcosa in più alle mie parole, portando la canzone in un mondo fatto anche di sensazioni e di colori personali e unici. È un video riconoscibile e questo per me è fondamentale." Queste le parole di Santoianni, che così descrive il videoclip del singolo Stazione di SostaIl regista Luca Cantavenera parla del suo lavoro sul videoclip del singolo del cantautore. "Quando Donato (Santoianni) mi ha chiesto di produrre questo video ho accettato di buon grado perché mi piacciono le sfide. Dico sfide perché è successo tutto improvvisamente, un giorno mi ha fatto sentire il provino della canzone appena scritta e dopo poche settimane abbiamo deciso di girare il video. Il concetto che volevo trasferire nel clip è volutamente molto semplice e diretto: trasportare l'ascoltatore dentro l'immaginario di Santoianni, trasferire in visivo il suo processo mentale che lo ha portato a scrivere "stazione di sosta". Volevo che parole, immagini e suoni coesistessero in un unico canale comunicativo. Ho provato io in primis ha immergermi in quel mondo che ho traslato in un montaggio nevrotico, nell'uso di alcuni props (oggetti di scena) dissacranti e tecniche visive particolari, come nell'utilizzo del prisma. Ma soprattutto attraverso il colore: immagini 'sporche' ma calde, malinconiche ma sognanti, dolci ma reali. Il mondo di una ragazza che cerca di nascondere dietro i filtri il suo coesistere con l'amarezza della vita. Secondo me abbiamo fatto centro."