Capodanno: La Fenice non si ferma, l'orchestra invade la platea vuota. Ortombina: "Per il pubblico un messaggio di cultura e di bellezza

30.12.2020

Niente pubblico, musicisti con la mascherina, l'orchestra pronta a 'invadere' la platea vuota e il coro disposto sul palco e nei palchi laterali: la Fenice di Venezia si reinventa nel rispetto delle regole anti-Covid e non rinuncia al tradizionale appuntamento con il Concerto di Capodanno, diretto per la terza volta da Daniel Harding, che Rai Cultura proporrà venerdì 1 gennaio alle 12:20 in diretta su Rai1, con replica alle 18:15 su Rai5. "Sarà un concerto diverso, per l'assenza del pubblico, la nuova disposizione, un palcoscenico che si allargherà a tutto il teatro", spiega il sovrintendente, Fortunato Ortombina, presentando l'appuntamento in diretta streaming. "In sala abbiamo tolto le poltrone per accogliere l'orchestra: lo spazio continuerà verso il palco dove abbiamo allestito la nostra chiglia, la straordinaria installazione che riproduce una nave in costruzione: ha segnato la riapertura del teatro dopo il primo lockdown, oggi simboleggia l'arca che dovrà portarci in un mondo nuovo, quello della recuperata normalità". Con l'orchestra e le voci soliste del soprano Rosa Feola e del tenore Xabier Anduaga, Harding proporrà una scelta di brani di grandi operisti italiani ed europei. Si andrà da Mozart con l'ouverture dalle Nozze di Figaro a due pagine verdiane: l'aria 'La donna è mobile' dal Rigoletto e il celebre coro 'Chi del gitano i giorni abbella!' dal Trovatore; seguirà l'aria 'Je veux vivre dans le rêve' dal Romeo et Juliette di Charles Gounod. E ancora Barcarolle dai Contes d'Hoffmann di Jacques Offenbach, l'aria 'Ah, mes amis, quel jour de fête!' dalla Fille du régiment di Gaetano Donizetti. L'Intermezzo dalla Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni introdurrà la parte finale, affidata ancora a Verdi: l'aria di Violetta 'È strano!... è strano!... Sempre libera degg'io' dalla Traviata e i cori 'Va pensiero sull'ali dorate' dal Nabucco e l'immancabile brindisi 'Libiam ne' lieti calici', ancora dalla Traviata. "Non abbiamo voluto rinunciare a questi aspetti festosi - sottolinea Ortombina -: al pubblico vogliamo dire che ci siamo, lo raggiungiamo con questo messaggio di cultura e di bellezza, confermando quanto la musica sia importante per la gente che ci ascolta".