Con Giovanni Aloi: intervista all'artista di "Moths"

09.03.2022
Giovanni Aloi è interessato alle analogie creative che legano diversi media espressivi come la pittura, la fotografia, la musica e la scrittura. Di conseguenza, la sua pratica creativa è una combinazione di diversi formati e progetti, ciascuno in modi diversi correlati e interconnessi. Il lavoro di Aloi si concentra sulla rappresentazione della natura attraverso le arti. Come possono le espressioni creative colmare il vuoto che per millenni ci ha separato dal resto del mondo naturale? Aloi ha pubblicato numerosi libri sull'argomento con editori d'arte come Phaidon e Prestel, ed ha curato mostre d'arte che esplorano la rappresentazione di animali e piante, nonché l'impatto del cambiamento climatico. Le sue composizioni, ugualmente informate dalla musica classica ed elettronica, esplorano la comunicazione non verbale come opportunità per scrivere e narrare forme di mitologia personale. "Moths" è il suo nuovo lavoro discografico (https://www.aloi-moths.com).

Essendo un' artista emergente ma già con diversi risultati conseguiti ci racconti in breve che artista sei?

Diciamo che in linea di massima ho sviluppato un rapporto conflittuale con la parola artista e con tutto quello che si porta dietro. Infatti, al momento sto' finendo il mio prossimo libro che verrà pubblicato alla fine dell'anno. Il titolo è I'm Not an Artist. La parola artista è il risultato di un mito esclusionista-il risultato di un romanticizzare ormai obsoleto che ci confonde nei nostri percorsi creativi con ambizioni fittizie e traguardi che molto spesso si rivelano deludenti. Quindi non mi vedo come artista anche se scrivo, dipingo, fotografo, e compongo musica ma mi identifico con l'immagine di un individuo creativo che usa diversi media e forme espressive per meglio comprendere le mie esperienze. La creatività è il centro di tutto. L'arte è solo uno dei prodotti della creatività. Lo scrivere, il dipingere, il fotografare, il comporre sono opportunità che danno un senso al quotidiano. Una arricchisce l'altra.

Quali sono le tue influenze e i tuoi riferimenti musicali?

Una combinazione di neo-classica contemporanea e jazz che ascolto spesso appunto quando scrivo: Neils Frahm Ólafur Arnalds, Fiona Bruce, Shida Shahabi, Keith Jarrett, Lukas Boysen, Erik Satie, Max Richter, and Peter Broderick. E sono anche un patito di elettronica da Air a Bords of Canada, Lunz, Daft Punk, Plaid...

Come componi? Senti un tema musicale nella tua mente o è più basato sulla creazione da sensazioni?

Per me comporre è parte di un processo meditativo. Di solito inizia con una melodia che emerge da una situazione. Penso sia un processo di traduzione spontanea di alcuni fattori che mi circondano. Un qualsiasi evento può far scattare un sequenza di note. Non mi siedo mai al piano con l'intento di comporre una melodia. Ho bisogno di uno spunto come partenza e come un ancora alla quale io possa ritornare. Almeno questo è quello che successo durante il percorso che mi ha portato a finalizzare Moths.

Come è nato il tuo ultimo album "Moths"?

L'album è nato dalle mie esperienze a Chicago fra 2016 ed il 2020 durante la presidenza di Donald Trump: il razzismo, fascismo, le insurrezioni, la violenza. Trovarmi al piano a lavorare sui pezzi dell'album mi ha aiutato ad attraversare momenti complessi.

In quale momento della giornata componi? È dettato da un'urgenza espressiva o mediti e pianifichi il tutto con scrupoloso criterio?

Mai di mattina. Pomeriggio o sera.

Un tempo le case discografiche a dettare il bello e cattivo tempo, poi la crisi del disco con l'avanzare delle nuove tecnologie. Oggi è tutto a portata di tutti. Musica e social network che ne pensi?

Bellissimo. L'originalità di quello che ascoltiamo oggi è il risultato di questo cambiamento. Purtroppo, il fattore economico è meno positivo. Ma l'idea che lo studio di registrazione è nel tuo laptop e che il livello del risultato possa essere professionale è una cosa che mi affascina. 20 anni fa creavo pezzi su registratori 4-tracce e cassette TDK. Mi inventavo strategie lo-fi di bouncing per moltiplicare le tracce e produrre musica più ricca con i mezzi limitatissimi a mia disposizione. Era molto più difficile evitare i fruscii e le distorsioni, per non parlare della gamma di strumenti ed effetti che possiamo usare oggi. 20 anni fa era tutto ancora così costoso. Il panorama musicale di oggi, per quello che riguarda la produzione, è sicuramente più democratico.

Cosa risponderesti a chi ti chiede perché dovrebbe ascoltare la tua musica?

Perché' è una fusion di neo-classica ed elettronica diversa da quella di moda al momento. Il tono della mia musica e generalmente cupo, melanconico, e melodico in maniere differenti dalla musica prodotta dai nomi che dominano la scena di oggi.

Per te il senso della musica in che cosa consiste? O se credi, il fine di far musica?

Ma, come dicevo prima, per me è uno strumento per capire le proprie esperienze, rivisitarle, fermarle e riempire il silenzio del tempo con un'impressione che è il risultato del vivere, di quello che rimane. In questo senso la musica è esistenziale.


Ci potresti gentilmente anticipare qualcosa circa i tuoi prossimi progetti?

Sto' lavorando su una serie di video per Moths. Sono interessato alla potenzialità espressiva dei video-album. Sto' anche lavorando ad un nuovo album che è quasi finito.