Con Luigi Marzano: intervista all'artista di "Berceuse"

31.10.2022

Luigi Marzano nasce il 5 dicembre 1987 ad Aversa, città della provincia di Caserta. Laureatosi in pianoforte classico nel 2016, al conservatorio di musica "San Pietro a Majella di Napoli, sotto la guida del M° Angelina Le Piane. Ha svolto numerosi concerti sia come pianista accompagnatore sia come pianista solista. L'ultimo concerto da solista è quello svolto nell'ambito dello Jommelli Cimarosa Festival, tenutosi a Casa Cimarosa nell'aprile 2019. Dall'età di 18 anni scrive anche poesie. È stato vincitore dell'ottava edizione del concorso di poesia "Pensieri di...versi" e della quinta edizione del Premio Letterario Nazionale "C. Bukowski". Nell'ottobre 2018 ha pubblicato una silloge di poesie dal titolo "Poesie dall'etere di un poeta riconosciuto", edito dalla casa editrice Giovane Holden. Attualmente, oltre a scrivere poesie, insegna pianoforte e si esibisce in concerto.


Quali sono state finora le maggiori sfide della tua carriera?

Un musicista ha sempre delle sfide davanti a sé e il più delle volte sono quelle interiori a essere più ardue. Ad esempio, penso che una delle sfide più grandi sia quella di riuscire a pensare a concetti originali. Personalmente, questa per me rappresenta una grande sfida, oltre alle continue lotte interiori per dominare le tensioni e le emozioni durante i concerti.


Di quali performances / registrazioni sei più orgoglioso?

Senza dubbio sono molto orgoglioso delle registrazioni effettuate nella sala di registrazione, per il mio primo lavoro discografico dal titolo "Essenziale". Lavoro discografico che ho tra l'altro pubblicato nel 2020, con l'etichetta Blue Spiral Records.


Quando componi e produci brani, fai musica per te stesso o la fai pensando agli altri?

La musica per me è soprattutto comunicazione: è un ponte tra Dio, il musicista e l'ascoltatore. Non sono interessato al concetto assoluto della musica per la musica. Quindi, dal mio punto di vista, fare musica significa rendere l'altro partecipe a una propria idea di bellezza.


Vuoi raccontarci come è nato il progetto "Berceuse"?

Berceuse è una breve composizione nata dopo un tragico evento che ha colpito delle persone a me molto care. Il termine francese "berceuse" significa ninna nanna e, difatti, la mia idea è stata proprio quella di creare una melodia cullante in forma di ninna nanna, da dedicare a tutti quei bambini che purtroppo se ne sono andati via troppo presto.

Quali influenze non musicali hanno influenzato maggiormente la tua musica?

Le mie influenze più grandi sono in campo letterario e filosofico: la poesia, i romanzi e i saggi filosofici per me rappresentano il pane quotidiano. Sicuramente alla base del mio concetto di musica, c'è un legame profondo con la letteratura e la filosofia.

Qual è la tua filosofia musicale?

Come ho già detto precedentemente, la musica è un ponte che mi collega a Dio. La musica e l'arte in genere, ci rendono consapevoli dell'esistenza della bellezza e di realtà che vanno oltre quella sensibile. Ma la bellezza a cui mi riferisco, non è quella materiale e visiva; io intendo una bellezza molto più profonda e sottile, che solo l'arte è capace di esprimere. Fare musica significa sondare il mistero che circonda l'intera esistenza.

Se qualcuno non ha mai ascoltato la tua musica, quali parole chiave useresti personalmente per descrivere il tuo suono e il tuo stile?

Per quanto riguarda il suono, direi che esso esprime la mia più profonda intimità, ed è dunque un suono sognante e spirituale. Lo stile, invece, è sicuramente romantico ed essenziale.

Potresti gentilmente anticiparci qualcosa sui tuoi prossimi progetti?

Il progetto a cui sto lavorando e che spero di pubblicare entro la fine di quest'anno, è un progetto discografico per pianoforte solo, il quale oltre a contenere composizioni scritte da me, conterrà composizioni sia di autori che appartengono alla musica cosiddetta classica, sia di autori contemporanei.


⁃ Domanda bonus: tre brani preferiti di tutti i tempi?

Questa è una domanda molto difficile, ma provo a rispondere.
1) Adagio dal concerto per pianoforte e orchestra n.23 di W. A. Mozart

2) Northen Sky di Nick Drake

3) An Ending (Ascent) di Brian Eno