Con Marcello Liverani: intervista all'artista di "How to fall down"

03.06.2022

Marcello Liverani è un compositore, producer e interprete nato a Cagliari. La sua musica combina elementi acustici, derivati ​​dal genere Modern Classical, musica elettronica, ambient, elementi beat e sfumature talvolta sperimentali derivate dal suo background. È un artista eclettico attivo anche come insegnante di canto e direttore di coro, come cantante ha pubblicato due album sotto il nome "Reverse Context". Ha studiato composizione nel Conservatorio della sua città natale e dopo la laurea ha studiato nelle accademie europee con compositori come I.Fedele, A. Corghi, H Dufourt e T. Hosokawa. Dopo aver conseguito un Master in Composizione presso l'Accademia di S. Cecilia di Roma, ha ricevuto riconoscimenti e premi per le sue opere vocali, per ensemble e orchestrali, che sono state eseguite in sedi e festival come il Parco della musica a Roma, il "Festival de Acanthes" a Metz e presso la Biennale di Venezia, dove nel 2012 è stato selezionato anche per una residenza artistica. Il suo obiettivo principale nella musica è esprimere il profondo bisogno di abbracciare la semplice poesia della vita attraverso la natura stessa del suono.


Di seguito la nostra intervista con lui!

Quali sono state finora le maggiori sfide della tua carriera?

In generale credo che le sfide siano state e siano tuttora davvero tante. Ci sono delle sfide quotidiane e poi ci sono i momenti più cruciali all'interno della propria carriera. Volendo rispondere però in maniera un po' più generale direi che riuscire ad aprirsi e comunicare con il maggior numero di persone possibile raprresenti la vera sfida di ogni musicista. Chiaramente questo non significa banalizzare la propria musica ma, piuttosto, cercare di entrare nei dettagli e trovare la chiave di volta che può unire l'espressività all'eleganza di scrittura. Da un punto di vista discografico gran parte di questa comunicazione passa attraverso gli streaming services ed il meccanismo delle playlist. In questo senso continuare la ricerca musicale rappresenta un ostacolo in quanto può renderti "non riconoscibile" all'interno di un determinato solco stilistico. Devo dire che, da questo punto di vista, ho avuto grandi soddisfazioni sopratutto sulla piattaforma di Apple che ha mostrato di riconoscere un genere in cui modern classical ed elettronica si intersecano attraverso una commistione di linguaggi e sensazioni.

Di quali performances / registrazioni sei più orgoglioso?

Ovviamente delle ultime fatte! Scherzi a parte devo dire che mi sento emotivamente molto legato a tutto il disco "How to fall Down below the Surface". Innanzitutto perché mi rappresenta molto anche nei suoi tratti un po' più cupi e poi perchè devo ammettere di averlo scritto e registrato con molta naturalezza. Poi chiaramente sia all'interno di questo disco che dei precedenti ci sono dei brani che mi rendono più "orgoglioso" come Deeper o Approaching Light o ancora The Whale Chant. Ma in generale devo ammettere di sentirmi davvero vicino e perciò di essere ogoglioso di ogni cosa che ho prodotto.

Quando componi e produci brani, fai musica per te stesso o la fai pensando agli altri?

Come dicevo prima per me scrivere musica è un processo di mediazione nel senso più elevato del termine. Di solito parto con un'idea molto personale e mi chiedo quanto di questa idea possa arrivare agli ascoltatori. Divento in un certo senso anche io ascoltatore di me stesso ed in questo modo nasce una dialettica attraverso la quale più che scrivere per gli altri, comunico ( o cerco di farlo) con gli altri. Il pubblico è comunque sempre presente nei miei pensieri perché la musica ovviamente senza un pubblico rimarrebbe lettera morta.

Vuoi raccontarci come è nato il progetto "How to fall down"?

"How to fall down" è la prima parte dell'album "How to fall down below the surface".
Tutto il lavoro rappresenta una introspezione composta da dodici meditazioni che rappresentano anche uno step nel processo del "lasciarsi andare". Il progetto nasce proprio da questa esigenza di lasciarsi andare. Sopratutto in un tempo così incredibile come quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni riuscire a "lasciarsi cadere sotto la superficie" della quotidianità diventa quasi un'esigenza. E cadere significa anche dimenticare per qualche istante il proprio ego ( Where I come to an End, ultimo brano dell'Ep).

La musica rappresenta un viaggio in grado di cambiarti e di rivelarti. Scappare eppure ritrovarsi ed entrare in uno stato "alterato" che è in realta il tuo vero sé. Per entrare nella musica e lontano dal rumore del mondo.

Quali influenze non musicali hanno influenzato maggiormente la tua musica?

Tante passioni entrano nella mia musica in maniera ricorrente: lo Zen e la meditazione e la passione per la natura selvaggia ed incontaminata sono le più evidenti. Ci sono anche tante altre passioni che influenzano il mio modo di scrivere sebbene in maniera più indiretta: dall'arte figurativa contemporanea alla letteratura, dalla fisica sino alla fotografia.

Qual è la tua filosofia musicale?

La musica rappresenta un viaggio in grado di cambiarti e di rivelarti. Scappare eppure ritrovarsi ed entrare in uno stato "alterato" che è in realta il tuo vero sé. Per entrare nella musica e lontano dal rumore del mondo.

Se qualcuno non ha mai ascoltato la tua musica, quali parole chiave useresti personalmente per descrivere il tuo suono e il tuo stile?

Lo definirei caldo e corposo ma allo stesso tempo capace di sottolineare i silenzi e le trasparenze in musica attraverso un alternarsi di semplicità elettroniche e crescendo a tratti orchestrali. Un suono fatto di continue rielaborazioni di texture che si sviluppano cercando sensazioni quasi tattili. Ci sono alcuni elementi che mi piace sottolineare come cifra sonora e stilistica: la compresenza di elementi ambient e melodici, il dialogo tra elettronica, i synth e gli strumenti acustici ( il pianforte in primis), l'uso moderato ma importante dei beats e infine l'uso della mia voce ( usata in maniera "trasparente") che è per me un ulteriore opportunità di entrare nella musica e sentirmene parte nella carne.

Potresti gentilmente anticiparci qualcosa sui tuoi prossimi progetti?

Dopo questo Ep è prevista l'uscita dell'intero disco a luglio con uscita fisica in Cd e Vinile. Successivamente a questa avventura vorrei riprendere un progetto che avevo appena accennato nel mio disco Shapes. Si tratta delle "Lo-Fi piano tapes" ovvero brani per pianoforte ed elettronica su tape. Ciò che più mi affascina delle texture del tape è la sua capiacità di "fermare il tempo". Insieme al freezing ed al reverse sui suoni di pianoforte si possono ottenere sonorità davvero stranianti e bellissime.