Con Riccardo Maini: intervista all'artista di "Love and Elements"
Nato a Domodossola in provincia di Verbania nel 1996 è cresciuto in Valle Vigezzo, inizia a suonare il pianoforte all'età di 7 anni diventando in seguito allievo del Maestro Roberto Olzer, organista, pianista e compositore/esecutore di musica jazz conosciuto a livello internazionale. In questi anni, in cui si è esibito in concerti nella sua zona, ha partecipato anche a concorsi pianistici come il "Concorso Internazionale di esecuzione pianistica" di Atri-Teramo e l'International Piano Competition "La Palma d'Oro" di San Benedetto del Tronto. Ha conseguito come privatista la certificazione di livello base al Conservatorio di Milano Giuseppe Verdi e quella di livello intermedio presso il Conservatorio Guido Cantelli di Novara. Ispirato da autori come Philip Glass, Ludovico Einaudi, Olafur Arnalds, Joep Beving e Yann Tiersen, nel 2018 ha realizzato e pubblicato il suo primo album autoprodotto "Dreaming The Universe". Nel 2019 è stato selezionato dal Maestro Roberto Cacciapaglia per frequentare l'accademia per giovani compositori "Educational Music Academy" di Milano. Questa esperienza ha dato vita nell'anno 2020 al nuovo album "Love and Elements", realizzato sotto la direzione artistica dello stesso maestro Roberto Cacciapaglia e pubblicato da Ema Edition. Nello stesso anno lo spartito di "Dreaming The Universe", contenuto nell'omonimo album, è stato scelto per essere conservato nella biblioteca della UCLA (University of California- Los Angeles). Da dicembre 2020 inizia le lezioni con la pianista e concertista di fama internazionale Daniela Hlinkova che si esibisce in sale da concerto come il Gasteig di Monaco di Baviera e la Konzerthaus Berlin. Nel 2021 entra a far parte dell'agenzia di eventi GfManagement. Nell'anno 2021 partecipa al concorso internazionale per compositori "Composition Competition Oper Leipzig" di Lipsia (Germania) con il brano Air arrivando quasi alla finale. Sempre quest'anno inizia a prendere delle lezioni dal pianista pluripremiato internazionale nato in Kyrgyzstan Andrei Ivanovich Andreev.
Ecco la nostra intervista con Riccardo!
Studio pianoforte da parecchio tempo ma anche se mi piacerebbe sperimentare strumenti più moderni, poi arrivo sempre alla conclusione che la cosa migliore sia l'uso del pianoforte oppure degli strumenti classici. Forse il mio problema è avere il coraggio di buttarmi un po' in un altra dimensione più sperimentale che mi attira. Ho ancora parecchia strada da fare pur avendo già fatto alcune esperienze molto interessanti, ma non ci si deve fermare mai, soprattutto in un'attività come questa. Difatti quest'anno vorrei perfezionarmi sotto l'aspetto espressivo e classico del mio strumento, cosi da poter comporre brani tecnicamente più complessi.
Questa è una bella domanda a cui mi capita molte volte di rispondere: sono uno che ascolta di tutto, dalla musica classica alla musica pop e anche molti dj, non ascolto molto il rap e generi di questo tipo perché sono un po' lontani dal tipo di musica che mi serve per trovare ispirazione per le mie composizioni. Tra le mie influenze ci sono ovviamente molti compositori classici che studio come Beethoven, Mozart e altri; ora sto cercando di ascoltare più musica della nostra epoca, come ad esempio Philip Glass, ma anche quelli venuti dopo di lui come Ludovico Einaudi, il mio maestro Roberto Cacciapaglia, Yann Tiersen, Joep Beving, Nils Frahm, Max Richter e soprattutto Olafur Arnalds; e poi come dicevo musica di altri generi per immagazzinare il più possibile così da comporre cose innovative.
Come componi? Senti un tema musicale nella tua mente o è più basato sulla creazione da sensazioni?
Per comporre dipende dai momenti e dai periodi, solitamente mi
metto al pianoforte ed inizio a provare qualche melodia, poi se mi piace
la registro per non perderla, successivamente la riascolto e la
sviluppo.
Diciamo che quando compongo non mi baso soltanto sulle sensazioni,
anche se un po' si, più che altro posso dire che mi esprimo in base
alle emozioni che mi provocano l'ambiente e la natura che mi circonda.
In quale momento della giornata componi? E' dettato da un'urgenza espressiva o mediti e pianifichi il tutto con scrupoloso criterio?
Sinceramente parlando non ho un momento della giornata preciso in cui compongo perché va molto in base a se mi vengono delle idee e le voglio scrivere subito oppure no. Durante il lockdown scrivevo molto alla mattina e il più delle volte rivedevo quello che avevo scritto verso sera prima di cena, perché cosi distribuivo anche un po' il lavoro nella giornata. Magari nel pomeriggio andavo a fare due passi vicino a casa e questo mi aiutava a riflettere e a rielaborare nella mente ciò che era stata una semplice intuizione. Non posso dire di pianificare il lavoro scrupolosamente ma è più che altro una questione d'ispirazione.
Un tempo erano le case discografiche a dettare il bello e il
cattivo tempo, poi la crisi del disco con l'avanzare delle nuove
tecnologie. Oggi è tutto a portata di tutti. Musica e social network che
ne pensi?
Secondo me in questo ci sono dei vantaggi e degli svantaggi. Io personalmente preferisco avere anche qualcosa di concreto in mano, soprattutto se si tratta di musica, infatti credo sia una cosa importante il fatto che ci rimanga qualcosa di reale in un futuro e non solo online. Adesso a mio parere le case discografiche di un certo livello tendono molto a spingere sull'online, ma vedo che ultimamente anche nei negozi di dischi sta ritornando in voga l'acquisto di cd e anche di vinili, cosa che mi piacerebbe fare prima o poi. Per quanto riguarda i social direi che ora sono lo strumento migliore per diffondere la musica in modo capillare tra i giovani, grazie anche a gruppi Facebook per musicisti e cose di questo tipo, e poi grazie alla piattaforma Spotify, che io reputo sia la migliore.
Cosa risponderesti a chi ti chiede perché dovrebbe ascoltare la tua musica?
Risponderei che ognuno può ascoltare ciò che vuole ma credo che ci
sia anche una certa differenza tra la mia musica e altri generi più alla
moda.
Sto notando che questo è un genere che piace sia a persone di una
certa età, che magari sono più indirizzati per questa musica, ma, se
risulta orecchiabile, anche i giovani la ascoltano volentieri e infatti
ricevo spesso complimenti da chi non mi aspettavo.
Quindi, in conclusione, direi che bisogna sempre aprire la mente a
tutto, poi grazie a YouTube e Spotify uno può ascoltare la musica in
anteprima online e non è obbligato subito ad acquistare un cd, ma se
poi gli piace lo prende: francamente penso che questo genere musicale
sia più bello ascoltarlo da uno stereo che dal telefono o dal pc.
Io gli direi di ascoltare la mia musica perché è classica ma nello stesso tempo è moderna e attuale.
Per te il senso della musica in che cosa consiste? O se credi, il fine di far musica?
Per me la musica è tutto. Credo che questo sia dovuto al fatto che suono fin da quando ero bambino e, se anche un giorno decidessi di suonare solo per passione, la porterei sempre con me perché credo che essa rigeneri la mente e, soprattutto in quest'epoca che stiamo vivendo, mi sembra che sia una cosa che possa aiutare le persone che magari durante i vari lockdown erano sole e quant'altro. Secondo me fare musica è creare qualcosa che possa far star bene le persone e possa arricchirle interiormente, per questo motivo credo che non sia soltanto una questione di mercato.
Ci potresti gentilmente anticipare qualcosa circa i tuoi prossimi progetti?
Attualmente sto pensando a nuovi brani per un ep che probabilmente farei uscire a settembre/ottobre, poi spero di iniziare un accademia di perfezionamento intorno il mese di novembre. Avrò dei concerti estivi e continuerò i miei studi con il mio maestro. Il mio sogno in verità sarebbe quello di poter aprire con la mia musica i concerti di musicisti importanti.