Gli abbracci dell’Accademia di Santa Cecilia: «L’emozione dell’ascolto dal vivo a un anno dal lockdown»
Antonio Pappano che abbraccia la grande pianista Martha Argerich, il direttore d'orchestra venezuelano Gustavo Dudamel sorridente accanto ai musicisti, violiniste che si scambiano baci al termine di un concerto, un bianco e nero 'vintage' con Leonard Bernstein che saluta Sandro Pertini: è una carrellata di emozioni che documentano la gioia del momento finale di una esibizione sinfonica dal vivo il video ''Abbracci in Musica'' con le immagini degli artisti che hanno calcato il palcoscenico dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. La Fondazione musicale della capitale propone questa collezione dal forte valore simbolico con l'augurio che, a un anno dall'inizio del lockdownm, si possa tornare al più presto a riassaporare il piacere dei concerti in sala e le sensazioni che solo l'ascolto dal vivo sa riservare. La raccolta di abbracci sulle note di Nimrod del compositore inglese Edward Elgar, oltre al maestro Pappano, mostra grandi personaggi della musica, da Ennio Morricone a Hans Werner Henze, Maurizio Pollini Daniel Barenboim, Ezio Bosso, John Eliot Gardiner, Nicola Piovani, Stefano Bollani, Leonidas Kavakos, e i solisti straordinari ospitati nelle stagioni passate. ''Ci si abbraccia per ritrovarsi insieme'', è la frase di Alda Merini che chiude il video. La tragedia del Covid-19 non ha solo cancellato la possibilità di ascoltare musica dal vivo ma impedisce, appunto, la condivisione delle emozioni attraverso il gesto ravvicinato e concreto. ''Manca l'abbraccio, quello tra i musicisti e quello tra il pubblico e i musicisti. Non ci si può abbracciare, ma Santa Cecilia può raccontare una lunga storia di contatti musicali importanti, artistici e fisici", osserva Michele dall'Ongaro, presidente dell'Accademia Nazionale. "Gli artisti si amano, si abbracciano - dice - si fanno coinvolgere in questa grande avventura che è fare musica insieme e che è la storia d'amore più intima che si possa avere. L'abbraccio ne è parte essenziale, è come un rito conclusivo''.