I detenuti del Coro Papageno scrivono a Mattarella, hanno appreso la notizia della chiusura delle attività della Mozart14

19.06.2021

Appreso della chiusura delle attività della Mozart14, della quale facevano parte fin dalla nascita nel 2014, i detenuti del carcere D'Amato (ex Dozza) di Bologna appartenenti al Coro Papageno dell'associazione voluta da Claudio Abbado, hanno scritto al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Ministero della Giustizia, al Tribunale di sorveglianza e ad alcuni organi di informazione per lamentare che sono rimasti allibiti nell'apprendere la notizia. "Proprio adesso - scrivono i detenuti - che aspettavamo di poter riprendere, dopo il Covid, le attività. Non conosciamo a fondo la natura dei problemi che hanno portato a questa infausta decisione, ma sappiamo che l'esperienza del Coro Papageno all'interno e all'esterno del nostro carcere è stata una delle più belle e interessanti esperienze che la realtà carceraria potesse offrire a noi detenuti. È stato un insegnamento di vita - proseguono - condivisa con persone esterne alla realtà carceraria che ci hanno aiutato a crescere, formandoci attraverso l'esperienza del canto, cosa per noi lontana anni luce dai quotidiani contesti carcerari, stimolando in noi il senso di condivisione e di ascolto dell'altro". Nei suoi sette anni di attività, guidato da Michele e Claudio Napolitano, il Coro Papageno ha infatti svolto un'ampia attività varcando varie volte le mura del carcere per esibirsi nell'Aula del Senato, in San Pietro alla presenza del Papa, al Teatro Manzoni di Bologna assieme al jazzista americano Uri Caine e in molte altre occasioni. "Collettivamente e individualmente, ad ognuno di noi il Coro Papageno - scrivono ancora i detenuti del D'Amato - ha dato la cosa più importante alla quale un detenuto possa aspirare, cioè la consapevolezza che anche il carcere può offrire possibilità reali di riscatto. Proprio per questo facciamo appello a tutte le persone sensibili che vorranno aiutarci a far si che il Coro Papageno continui la sua attività all'interno del carcere della Dozza, a partire dall'esimio Presidente della Repubblica".